Reggio nell’Emilia | centro storico | 2020

Casa DFL è una porzione di un palazzo che sorge nel pieno centro storico di Reggio Emilia, a poca distanza da Piazza Fontanesi, da Corso Garibaldi e la Chiesa di S. Giorgio; edificio settecentesco che ha subito, nel tempo, innumerevoli modifiche planimetriche e distributive che ne hanno mutato in modo importante l’originale impianto.

L’alloggio si trova al piano primo, il piano nobile, a cui si accede attraversando un cortile interno e salendo lo scalone di rappresentanza.
Planimetricamente la casa si presentava con una distribuzione già molto funzionale, un ampio open space d’ingresso che diventa distributore ai vari ambienti: il salone, la camera padronale, la seconda camera e, preceduto ad un piccolo disimpegno, il bagno.

Lo spazio aperto di ingresso, che nel progetto accoglierà cucina e sala da pranzo, presentava materiali poveri e disomogenei, frammentati, conseguenza delle evidenti modifiche formali e distributive a cui è stato sottoposto il palazzo.

Il salone e la camera padronale, invece, si presentavano in uno stupefacente stato conservativo con finiture, materiali e decori di notevole pregio.
I pavimenti lignei erano quelli originali, nel salone con plance a correre di grandi dimensioni e nella camera con listelli posati a spina italiana con cornice perimetrale; i soffitti sono a cassettoni, interamente e finemente decorati da pitture geometriche e descrittive; nel salone, c’è una splendida raffigurazione di natura posta al centro e riquadrata.

Le pareti di questi ambienti risultavano meno interessanti allo stato di fatto, erano interamente rivestite da carta da parati indicativamente applicate ad inizio degli anni ’50.
Approfondendo con la committenza, da generazioni proprietaria del palazzo, si è intuito che sotto queste vecchie carte potevano esserci decori a parete molto interessanti e dopo vari sondaggi si è deciso di rimuovere completamente questo rivestimento; quello che si è scoperto è diventata matrice del progetto.

Matrice progettuale

Le pareti degli ambienti del salone e della camera padronale erano completamente decorate con disegni di pregevole fattura con colori ancora perfettamente riconoscibili.
Ovviamente decori e pittura erano stati, negli anni, in parte intaccati sia dalle colle dei rivestimenti che dalle innumerevoli tracce per permettere il passaggio dei vari impianti tecnologici.

Dinamiche invasive e distruttive che non hanno però compromesso la notevole potenza dell’impatto visivo che si ha ancora adesso in questi ambienti.

Il progetto quindi diventa un corpo del tutto indipendente ed autonomo rispetto a questa splendida e delicata scatola con cui deve dialogare, con lo scopo di renderne perenne omaggio ed essere al contempo funzionale.
I pochi volumi aggiunti, necessari alla fruizione, sono elementi immediatamente riconoscibili e dissonanti rispetto allo stile originale.
Tutto il sistema luce diventa cosi esterno, senza tracce, non invasivo e perfettamente leggibile, diventa progetto.

 

Progetto e testi Gianluca Bertolini Architetto

Fotografie Andrea Motti